Quote Rosa: un male necessario

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Nelle ultime settimane, in previsione della “Festa della Donna” che si celebra l’8 marzo, in più occasioni è stata richiesta la mia opinione sulle “Quote Rosa”.

Un male necessario in un Paese che ancora non risulta culturalmente pronto

Devo dire che non mi sarei mai sognata di sostenere le cosiddette «quote rosa» nelle aziende, nelle istituzioni, in politica: una percentuale obbligata di posti destinati alle donne. Mi sarei infatti opposta, anche arrabbiandomi, portando a sostengo argomenti del tipo: “Le donne non sono una specie protetta”.

Competenze e soft skills: queste sconosciute

Non si sceglie una persona per un incarico, una professione, un ruolo di potere, per ragioni legate al genere sessuale, all’età, all’etnia, alla provenienza geografica. La si sceglie per ciò che sa fare, ciò che ha studiato, e per le sue capacità personali in relazione a quel ruolo. Istituire corsie preferenziali per le donne equivale ad ammettere in azienda, in politica, nella pubblica amministrazione anche persone incapaci, purché donne.

Quote Rosa: un passo temporaneo, ci si augura

Continuo a pensarla così, tuttavia, data la situazione di grave disparità di genere che affligge il paese, penso che le quote rosa siano un male necessario

E poi le “quote rosa” potrebbero scompigliare un po’ di carte, aumentando la probabilità che qualche partita non sia truccata.

Che le quote rosa siano quindi un passo necessario temporaneo per crescere?

Detesto il colore Rosa!

Devo dire che  entrambe le parole che compongono questa terminologia non mi convincono. “Quote” perché a nessuna piace essere rinchiusa in una percentuale di genere. “Rosa” perché richiama un’idea tradizionale di come le bambine devono mostrarsi al mondo. Ed io detesto il colore rosa! Amo i colori piu’ decisi.

Il problema è che senza un sistema di quote vincolanti la presenza femminile ai vertici delle società non cresce.

Quote Rosa: Un ponte per riallineare “le due sponde”

Proviamo dunque a guardare alle quote rosa come un ponte gettato per superare asimmetrie storiche di presenza e di potere, al quale rinunciare non appena le due sponde si riallineano.

Un obiettivo: Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

Secondo il rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (18/6/2019), le imprese sensibili alla parità di genere hanno più probabilità di migliorare le proprie performance. Anche in Italia, le aziende dove ci sono donne al vertice hanno avuto negli ultimi anni performance migliori e sono fallite meno.

Resta il fatto che nessun Paese può permettersi di sprecare il 50 per cento dei suoi talenti.

E usando un gergo più maschile: non si può giocare una partita alla pari se una delle due squadre non è in grado di schierare tutti i suoi uomini (le sue donne!) in campo.

Ringrazio la giornalista Patrizia Vassallo di ELLE per avermi pungolato sul tema e tutte le colleghe che operano nel mercato del Real Estate Italiano per il prezioso contributo dato.

Se vuoi leggere l’articolo completo

https://www.elle.com/it/magazine/interviste/a35491061/mercato-immobiliare-quote-rosa/

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