Donne imprenditrici e il Nuovo Mondo: Le sfide sono davvero cambiate?

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Gia’ prima della pandemia globale si affermava che, in ambito lavorativo uomini e donne godevano ormai degli stessi diritti.

Questo almeno sulla carta, perche’ dal punto di vista pratico ci sono ancora rilevanti differenze.

Basti solo pensare che una delle tematiche piu’ dibattute e’ la principale differenza che troviamo nella “gender pay gap”, ovvero nella differenza di retribuzioni che si riscontra tra uomini e donne. 

Sebbene questa non sia l’unica sfida che le donne stanno attualmente affrontando.

Si parla molto di “gender pay gap” riferendosi a donne dipendenti di aziende o organizzazioni pubbliche e private, ma si discute ancora troppo poco delle sfide e delle difficoltà a cui vanno incontro le donne imprenditrici che scelgono di fondare, gestire e mandare avanti il proprio business.

In Italia, così come nel resto dei Paesi occidentali, solo un’attività imprenditoriale su 5 è guidata da una donna. È chiaro, dunque, che ancora oggi gli uomini dominano il mondo dell’imprenditoria. Dati incoraggianti, vero?!

La difficile strada delle donne nel mondo imprenditoriale

Ma non è tutto: farsi strada in questo mondo per le donne è molto più difficile, dato che ogni giorno vanno incontro a discriminazioni di genere, pregiudizi, stigma sociale, pregiudizi legati all’età o alla provenienza.

Innanzitutto, per avviare un’impresa è necessario accedere a fondi e ricevere supporto finanziario, soprattutto se si tratta di un progetto di dimensioni rilevanti. Tuttavia, i dati riportano che solo il 25% delle imprenditrici è riuscita a trovare degli investitori disposti a supportare la propria attività e l’8% di loro riceve soltanto un supporto parziale. Guardando ai dati, esiste un enorme gap di 1.68 trilioni di dollari tra i finanziamenti concessi alle startup guidate da uomini e i finanziamenti concessi alle startup guidate da donne.

Spesso il sessismo e i bias legati al genere giocano un ruolo molto significativo nell’influenzare le scelte di investimento dei venture capitalists.

Se una donna non riceve sufficienti finanziamenti esterni per il suo progetto imprenditoriale, sarà dunque costretta a fare affidamento solo sulle proprie forze e risorse, il che limita enormemente le possibilità di crescita e di successo e costituisce un enorme ostacolo già in partenza.

Uno studio portato avanti dalla Comunita’ Europea dimostra che ancora oggi le donne si lasciano influenzare dalla paura di un possibile conflitto tra l’imprenditorialità e la famiglia, temendo che diventare un’imprenditrice possa togliere tempo alla famiglia e, allo stesso tempo, ledere la stabilità finanziaria di quest’ultima.

Pressione sociale e scarsa propensione al rischio

Lo studio  dimostra inoltre che un altro fattore che diventa un ostacolo all’imprenditoria femminile è l’insicurezza: a causa dell’eccessiva pressione sociale e della minore propensione al rischio, molte donne tendono ancora oggi a scegliere un lavoro dipendente e a mettere da parte le proprie iniziative imprenditoriali.

Un altro grande ostacolo è la mancata accettazione della leadership femminile: quando una donna dimostra capacità di leadership viene infatti percepita come prepotente o arrogante, poiché ancora oggi la società si aspetta che le donne rientrino in determinati comportamenti e modelli stereotipati: obbedienti, educate, gentili, aggraziate. Qualsiasi comportamento che devia da tale modello non viene pienamente accettato e purtroppo una donna con grandi capacità di leadership si trova ad essere sminuita in numerosi contesti sociali.

Come tutti sappiamo, uno dei fattori determinanti per il successo imprenditoriale è il networking. Tuttavia, a causa dei fattori precedentemente elencati, le occasioni di networking e le reti di impresa delle donne sono spesso più piccole rispetto a quelle degli uomini.

Cosa sta facendo la società per incoraggiare l’imprenditoria femminile?

Anche il Governo Italiano recentemente ha tentato di potenziare il supporto che viene fornito alle imprese al femminile, sia in termini di sostegno economico diretto sia in termini di sensibilizzazione culturale al tema, anche con l’istituzione di un  Comitato Impresa Donna, tra i cui compiti rientra il formulare raccomandazioni in tema di presenza femminile nell’impresa e nell’economia.

Ma non basta. Vi sono ancora dei punti fondamentali che dovrebbero rientrare nelle agende dei governi di tutti i Paesi:

  • Educazione finanziaria: il background di chi decide di avviare il proprio business non è necessariamente economico o scientifico, dunque è fondamentale potenziare le competenze finanziarie come primo strumento di empowerment. La formazione continua è infatti fondamentale per poter fornire alle imprenditrici basi solide e sicurezza nelle proprie skills;
  • Incentivi: dare degli incentivi ad individui e organizzazioni che investono in aziende fondate e gestite da donne;
  • Fornire maggiore aiuto e supporto nel poter accedere a fondi di finanziamento e garantire prestiti ad-hoc ;
  • Supportare l’integrazione di Diversity & Inclusion all’interno delle strategie di business e rendere la Diversity una priorità per ogni organizzazione;
  • Promuovere e far conoscere storie di donne imprenditrici di successo;
  • Incoraggiare la presenza di donne nelle facoltà STEM (ovvero tutte le facoltà che appartengono all’ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico).

Il supporto all’imprenditoria femminile e il rafforzamento di misure governative per ridurre il gender gap a livello globale ha ancora molta strada da percorrere.

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