Chi non è capace di guidare la propria vita sarà sempre condannato a rincorrerla

”Chi non è capace di guidare la propria vita sarà sempre condannato a rincorrerla. Sei capace di guidare la vita solo se sei in grado di fermarla. È facile mettere in moto una macchina e accelerare, ma solo se sai guidare, riesci a frenare senza schiantarti.”

Questa frase di un film mi ha colpito particolarmente, qualche giorno fa, mentre lo stavo guardando con i miei figli.

Lavoro dall’età di 19 anni e nel luglio di quest’anno, per la prima volta dopo 30 anni, ho deciso di fermarmi, decellerare, per poter fare un bilancio delle opportunità colte, di ciò che professionalmente ho costruito e dei progetti che possono nutrire veramente il mio “Grande Perché” negli anni a venire.

In fondo anche la terra riposa prima di dare nuovi frutti

Chiudere un ciclo importante ha bisogno di tempo per diventare occasione di rinascita.

Tempo di passaggio attraverso il vuoto.  Un vuoto in cui non si sa ancora chi siamo e chi stiamo diventando.  Un vuoto fertile da nutrire, coltivare, dove seminare nuove possibilità, nuove radici, nuovi sogni da scoprire. E’ questo un tempo di promesse, di permessi e di infinite possibilità.

E’ proprio in momenti come questo che inizia il tempo del vuoto fertile che non è mancanza di attività, non è fare nulla, anzi è proprio il contrario: è una condizione nella quale si osserva senza giudizio, senza tutti quei rumori dati dalle nostre interpretazioni, credenze, influenze culturali, esperienze, entrando in contatto con la nostra essenza più profonda.

Il filosofo Friedlander ha definito il vuoto fertile come “il preludio all’atto creativo”, uno spazio fondamentale che racchiude in sé tantissimi significati, se lo si vuole ascoltare, e che, per questo,  viene definito fertile diventando preludio di rinascita. Il vuoto fertile ci consente di ristrutturarci e ci permette di prendere consapevolezza di cose che nell’assordante frastuono del caos interno ed esterno non si riuscirebbero nemmeno a percepire: è il momento di Ritrovarsi e Riscoprirsi nelle nostre nuove energie per noi e con noi.

Ho sempre professato, nel corso delle mie conferenze o speech pubblici, che per trovare davvero la felicità, bisogna continuare a cercare opportunità per noi importanti, in cui è possibile imparare, avere successo (qualunque interpretazione ciascuno di noi dia al termine) e assumersi responsabilità, non solo nei confronti di noi stessi, ma anche della propria famiglie e comunità.

Fare i conti con la vita

Nella primavera del 2010 Clayton Christensen, professore di economia alla Harvard Business School, tiene un memorabile discorso di fine anno ai laureandi. Il discorso è particolarmente coinvolgente perché è al tempo stesso una profonda riflessione personale: Christensen sta infatti lottando contro una grave malattia e si è trovato a dover fare un bilancio della propria esistenza. E’ questo l’argomento dal quale nasce l’idea di scrivere “Come misurerai la tua vita?”, una testimonianza intensa e appassionata sul senso delle scelte che compiamo ogni giorno e sul valore che, magari anche inconsapevolmente, diamo a ciò che facciamo. Partendo dalla constatazione che tutti noi abbiamo l’obiettivo di avere un’esistenza serena, ricca di soddisfazioni nel lavoro e nella sfera privata, ma solo pochi riescono a raggiungerlo, Christensen ipotizza che i tanti insuccessi dipendono dalla mancanza di una buona strategia nel far fronte ai problemi che di volta in volta ci si presentano e che spesso, purtroppo, ci paiono insormontabili. Si tratta di un viaggio dalle regole del management alla scoperta dei veri valori dell’esistenza.

Il libro è diviso in tre sezioni principali: trovare felicità nella propria carriera, trovare felicità nelle proprie relazioni e rimanere fedeli ai propri principi etici per evitare di compromettere la propria integrità. L’approccio di Christensen integra casi di studio aziendali con aneddoti personali e analisi teoriche. Ad esempio, discute l’importanza della motivazione sul posto di lavoro e sostiene che i motivatori intrinseci, come la crescita personale e il lavoro significativo, siano più efficaci delle ricompense estrinseche come il denaro. Sottolinea anche la necessità di trovare un equilibrio tra carriera e vita personale, avvertendo contro il sacrificare le relazioni per il successo professionale. Nella sezione finale, Christensen evidenzia i pericoli del compromettere l’etica, utilizzando esempi reali come Nick Leeson (ex operatore di borsa britannico noto per aver causato il crollo della Banca Barings, una delle più antiche banche di investimento del Regno Unito), le cui piccole decisioni non etiche hanno portato a conseguenze significative. Christensen sottolinea l’importanza di mantenere l’integrità e di prendere decisioni basate sui principi in modo coerente.

Fidarsi del processo

Per fermarsi è necessario avere fiducia e pazienza nel percorso verso un obiettivo, anche quando i risultati non sono immediatamente visibili.

Nel 2010, dopo uno scandalo di richiamo di veicoli che ha coinvolto milioni di auto a causa di problemi di sicurezza, Toyota ha implementato processi rigorosi di controllo qualità e ha riconquistato la fiducia dei consumatori attraverso un miglioramento continuo e trasparenza. Negli anni 1986-2013 venne messo in atto il Processo di Ricostruzione del Manchester United sotto Sir Alex Ferguson. Quando Ferguson è diventato manager del Manchester United, la squadra ha attraversato anni difficili prima di iniziare a vincere trofei. La fiducia nel suo processo ha portato alla costruzione di una delle dinastie calcistiche di maggior successo nella storia. Questi esempi mostrano l’importanza di fidarsi del processo, che sia legale, scientifico, aziendale o sportivo, e come la pazienza e la fiducia possano portare a risultati positivi.

Fidarsi del processo richiede una combinazione di pazienza, fiducia, adattabilità e apertura all’apprendimento. È un approccio che può portare a risultati duraturi e significativi nel lungo termine. Ma quali sono gli ingredienti fondamentali per un approccio del genere?

  • Pazienza e perseveranza – Spesso, i risultati significativi richiedono tempo e costanza. Fidarsi del processo implica accettare che ci saranno sfide e ostacoli lungo il cammino, ma che con impegno e dedizione, i progressi arriveranno. 
  • Fiducia nelle proprie capacità – Avere fiducia nel processo significa anche avere fiducia in sé stessi e nelle proprie abilità. È importante credere che si è capaci di superare le difficoltà e di raggiungere gli obiettivi prefissati. 
  • Adattabilità e flessibilità – Il percorso verso un obiettivo non è sempre lineare. Fidarsi del processo implica essere pronti ad adattarsi ai cambiamenti e alle nuove circostanze, mantenendo comunque la rotta verso il proprio scopo. 
  • Apprendimento continuo – Durante il processo, è fondamentale essere aperti all’apprendimento e alla crescita personale. Ogni esperienza, positiva o negativa, può offrire insegnamenti preziosi che contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo finale. 
  • Supporto e collaborazione – Avere fiducia nel processo può essere facilitato dal supporto di altre persone. Circondarsi di individui che condividono i propri valori e obiettivi può essere una fonte di motivazione e ispirazione. 

L’autoanalisi per poter decelerare

Sento spesso persone affermare: ”vado a ritirarmi in un luogo particolare per raccogliermi, per stare con me stesso”, oppure “caspita questa cosa che è capitata non ci voleva proprio in questo momento perchè ne ho mille altre a cui pensare”.

Ho imparato che il luogo e il momento in cui ci troviamo sono i più adatti per attivare la trasformazione. E’ essenziale riuscire a restare con la domanda: “Cosa ci posso fare con questa situazione?”

Le lezioni di questa estate

  1. Fa bene prendersi del tempo.
  2. La fretta allontana la manifestazione dei miei desideri.
  3. La mia vita va nella direzione dei miei pensieri più forti.
  4. La pace che ho ora vale più di tutto ciò che ho lasciato andare.
  5. La mia tranquillità attrae sempre la soluzione.

Ognuno vale per le orme che lascia, non per i traguardi tagliati. Chi non è capace di guidare la propria vita sarà sempre condannato a rincorrerla. Sei capace di guidare la vita solo se sei in grado di fermarla.

È facile mettere in moto una macchina e accelerare, ma solo se sai guidare, riesci a frenare senza schiantarti.

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