3 consigli per la pianificazione della continuità aziendale – sbloccare la resilienza

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Se credete che il termine “continuità aziendale” si applichi solo al recupero da disastri naturali vi sbagliate di grosso!. Le interruzioni dell’attività di un’azienda possono manifestarsi in diversi modi: dall’abbandono di un singolo dipendente, a un guasto alla catena di approvvigionamento o a un’interruzione delle comunicazioni.

Stiamo navigando in un’economia tumultuosa e ciò comporta sfide e interruzioni impreviste. La pianificazione della continuità aziendale risulta, pertanto, più che mai fondamentale per le aziende di tutte le dimensioni, poiché garantisce la continuità dell’operatività, sia che si tratti di una piccola scossa o di un cambiamento sismico.

La continuità aziendale è la chiave per assicurare e garantire operatività aziendale ininterrotta, offrendo resilienza di fronte a disastri e interruzioni, sia naturali che causate dall’uomo.

Non si tratta di un evento una tantum, da spuntare. Si tratta di un processo che comporta la condivisione all’interno dell’azienda di un documento vivo che permetterà alla stessa di prosperare, ai clienti di essere soddisfatti e ai dipendenti di lavorare nelle migliori condizioni.

L’ispirazione alla base di Come “non uccidere” l’azienda

Nel corso della mia carriera professionale ho avuto l’opportunità di  analizzare la situazione di numerose piccole e medie imprese, riscontrando che avessero bisogno di una pianificazione della continuità aziendale.

Venivo dall’idea di aiutare coloro che ne avevano più bisogno e le piccole imprese, in generale, sono completamente ignare della pratica della continuità operativa, mentre le società globali e le grandi aziende la praticano da decenni. Nel corso degli anni ho formulato il pensiero che non ci fosse motivo valido per cui anche le piccole imprese non si impegnassero nella continuità operativa, e pertanto mi sono impegnata a cambiare questa situazione.

Ma durante le prime ricerche di mercato ho scoperto che le piccole imprese non erano interessate a spendere soldi per la pianificazione della continuità operativa. 

Tuttavia non mi sono data per vinta convinta del fatto che lavorare all’interno dell’azienda con questo mindset avrebbe in realtà protetto l’investimento degli stessi imprenditori e mantenuto vivo il loro sogno.

3 consigli per la pianificazione della continuità aziendale

Molte piccole imprese ritardano l’azione, aspettando di crescere o fino a quando non si profila una crisi. Ciò crea un pericolo del pregiudizio dell’ottimismo, ovvero la convinzione che si avranno solo esperienze positive e che le probabilità di esperienze negative non avranno alcun impatto. L’attesa, infatti, fa solo sì che le cose accadano a un ritmo più lento, mentre le misure proattive preparano meglio alle future perturbazioni.

Voglio condividere la preziosa lezione appresa grazie ad un cliente imprenditore. Inizialmente, la cliente esitava ad applicare i principi della continuità operativa fino a quando non fosse cresciuta la sua attività. Ma le sue vulnerabilità sono diventate evidenti grazie a una serie di domande che le posi. Dopo aver messo in pratica i miei suggerimenti, la cliente si è resa conto che non poteva crescere senza la sicurezza offerta dalla continuità operativa. 

La continuità aziendale fa guadagnare fiducia, sicurezza, opportunità e tempo.

1. Preparazione proattiva alla volatilità

La preparazione e la gestione proattiva della volatilità iniziano solo con la creazione di un piano di continuità aziendale. E’ necessario anche formare tutti i collaboratori dell’azienda a partire dai vertici (dipendenti e consulenti esterni) sul piano ed applicarlo, consapevoli che potranno esserci dei passi avanti, all’inizio, ma anche dei passi indietro.

Senza il coinvolgimento della leadership, la preparazione per un piano di continuità aziendale efficace crolla. La formazione del personale e l’esercitazione del piano consentono a tutti di imparare cosa fare e cosa potrebbe andare storto. È meglio capirlo in anticipo che durante il disastro; lavorare in anticipo offre l’opportunità di correggere il piano. Non si tratta di un evento unico, da spuntare. Il piano è un vero e proprio documento vivo che permetterà all’azienda di prosperare, ai clienti di essere soddisfatti e ai dipendenti di lavorare.

2. Coltivare la resilienza

Per intraprendere questo percorso è necessario partire da un’auto riflessione sulla resilienza, con un esercizio che conduce all’identificazione di punti ciechi o punti dolenti non riconosciuti. Ad esempio la pandemia ha spostato il paradigma del valore verso i dipendenti come risorsa più importante. Si coltiva la resilienza organizzativa investendo nelle persone che lavorano per voi, che eseguono le procedure nel modo desiderato e che sono il volto della vostra azienda quando interagiscono con i clienti.

E’ necessario avere lo sguardo rivolto in avanti e anticipare i rischi per creare un’azienda agile. L’agilità promuove la creatività e la crescita. Non vedetela come un costo o un’incombenza, ma come un’opportunità.

Gli imprenditori possono costruire la loro resilienza personale creando aziende che non hanno bisogno della loro presenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Anticipare i rischi, installare misure di controllo per ogni singolo punto di guasto e creare ridondanze – tutto ciò fa parte del processo di continuità aziendale – darà ai titolari la libertà di allontanarsi, ricaricarsi e confidare che l’azienda continuerà a prosperare.

  1. Bilanciare la crescita con la stabilità e la sostenibilità

Ad un crudo esame di realtà riscontriamo in un mondo incentrato sulla crescita. La crescita è impossibile senza stabilità, e la stabilità è irraggiungibile senza continuità aziendale. La creazione di un piano di continuità aziendale consente ai proprietari di conoscere i dettagli della propria attività e di identificare le operazioni critiche e cruciali per la sopravvivenza.

La maggior parte degli imprenditori fa molte ipotesi su quali siano queste operazioni critiche. Ma senza aver effettuato una valutazione dei rischi e un’analisi dell’impatto sull’azienda, potrebbe investire tempo e denaro nella strategia sbagliata. Il costo della mancata continuità aziendale è troppo alto: perdita di quote di mercato, perdita di clienti, perdita di dipendenti, perdita di reputazione e, in ultima analisi, perdita dell’azienda. Come si può crescere da questo punto di vista? Semplicemente non si può.

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